Fichier:Obiettivo fotografico doppio anastigmatico, simmetrico, a sei lenti - Museo scienza tecnologia Milano 09514.jpg

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obiettivo fotografico doppio anastigmatico, simmetrico, a sei lenti - Schneider Symmar 1:6,8 f=135mm.   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Auteur
Schneider (costruttore)
Titre
obiettivo fotografico doppio anastigmatico, simmetrico, a sei lenti - Schneider Symmar 1:6,8 f=135mm.
Description
Italiano: Questo obiettivo è costituito da un cilindro in metallo alle cui estremità sono avvitate due combinazioni di lenti montate su telaietti circolari in metallo. Ciascun elemento è composto da tre lenti a menisco, di cui quella centrale negativa e le altre positive, con indice di rifrazione crescente Da una parte il cilindro è filettato per essere inserito a vite sull'apparecchio fotografico, dall'altra, il telaio porta lente è dotato di filettatura per l'inserzione di un paraluce o di un altro telaio porta obiettivo A metà del cilindro è inserita una flangia per facilitare il fissaggio sull'apparecchio fotografico All'interno del cilindro è inserito un diaframma a iride, costituito da lamelle in metallo. Rispetto al diaframma le combinazioni di lenti sono disposte in maniera simmetrica La disposizione delle lamelle e quindi l'apertura del diaframma può essere modificata ruotando una ghiera concentrica alla sezione del cilindro Sul cilindro sono indicate le aperture del diaframma ma sono illeggibili
Funzione

Obiettivo fotografico universale, produce immagini molto nitide sia nei ritratti che nei paesaggi L'apertura massima di 65° è allargabile fino a 80° utilizzando il diaframma e rende utilizzabile questo obiettivo anche come grandangolo per riprese nel campo tecnico e dell'architettura Grazie alla costruzione simmetrica è utilizzabile a brevissime distanze e per ingrandimenti e riproduzioni È consigliato per negativi formato 9x12cm, sia in bianco e nero che per pellicole a colori.

Notizie storico-critiche
Sin dalla nascita della fotografia (1839) i produttori di lenti ed obiettivi fotografici si trovarono a dover risolvere, per tentativi, numerosi problemi dovuti agli obiettivi utilizzati Lo sviluppo degli obiettivi fotografici procedette in maniera lenta rispetto allo sviluppo degli apparecchi fotografici, soprattutto a causa dell'approccio empirico della maggior parte dei costruttori che preferivano procedere per tentativi al posto che progettare sulla base delle leggi dell'ottica delle lenti sviluppate da Gauss, Petzval, von Seidel, ecc I primi obiettivi erano costituiti da lenti singole posizionate in modo tale da ottenere le migliori immagini possibili in determinate condizioni Ben presto si pose il problema di rendere gli obiettivi acromatici e furono così introdotti i doppietti (doublet) fissi costituiti da due lenti in sequenza Il primo obiettivo usato su un apparecchio fotografico, nel 1839, fu l'acromatico per paesaggi (Achromatic Landscape lens) di C. Chevalier, con apertura f/15 (molto lento) Presto furono prodotti obiettivi più veloci ovvero con aperture maggiori Il passo successivo vide il montaggio di due elementi simmetrici identici collocati in posizioni opposte ad un diaframma fisso, per eliminare le distorsioni (1859) (Doublet lens) Già durante i primi anni dalla nascita della fotografia, molti produttori di obiettivi provarono gli effetti dell'inserimento di un elemento divergente tra una coppia di lenti convergenti Il primo esempio fu il Triplet prodotto da A. Ross nel 1841 per Fox Talbot Tra il 1866 e il 1890 venivano prodotti quattro tipi di obiettivi: per paesaggi (Landscape lens), per ritratti (Portrait lens), grandangolo (wide-angle Globe lens), e un obiettivo dalle caratteristiche intermedie denominato Rapid Rectilinear Fino al 1890 l'astigmatismo rimase un difetto non controllabile Quando nel 1885 E. Abbe e O. Schott della Zeiss Company introdussero lenti a bassa dispersione e con basso indice di rifrazione dette Barium Crown glasses fu in breve possibile produrre obiettivi anastigmatici (Anastigmat lens). La nascita di queste lenti portò alla crezione dei famosi obiettivi denominati Unar, Tessar, Dagor, ecc Gli obiettivi Dagor, della C. P. Goerz, vennero progettati da un giovane Emil von Höegh nel 1894 Erano costituiti da due elementi di lenti uguali disposti uno di fronte all'altro intervallati da un diaframma. Ciascun elemento era costituito da tre lenti a menisco incollate, di cui quella centrale negativa e le altre positive, con indice di rifrazione crescente. Le tre lenti lavorando con indici di rifrazione diversi, permettevano di correggere le aberrazioni sferiche e cromatiche, di appiattire il campo evitando l'astigmatismo. L'uso dei due elementi posti simmetricamente eliminavano le aberrazioni trasversali Successivamente, per eliminare la parte di aberrazioni sferiche rimaste, la lente positiva più interna, di ciascun elemento, non veniva più incollata ma spaziata rispetto alle altre lasciando un'intercapedine d'aria a forma di lente convergente (Airspaced Dagor). Questa nuova disposizione di lenti permise di ottenre aperture maggiori e nonostante le difficoltà delle riflessioni tra le otto superfici delle lenti, fu un ottimo obiettivo, copiato da molti costruttori tra cui Schneider che produsse il suo Symmar su modello dell'Airspaced Dagor Nel 1890 iniziò anche la produzione di teleobiettivi Negli anni '30 venne dato nuovo impulso alla creazione di nuovi obiettivi soprattutto per proiezione di pellicole 8, 16, 35mm e per apparecchi fotografici per aerofotografia Dopo la Seconda Guerra Mondiale procedette lo sviluppo degli obiettivi per riprese e proiezioni cinematografiche e per apparecchi fotografici A partire dagli anni '50 entrarono nel mercato degli obiettivi aziende giapponesi che ben presto presero il posto dei produttori europei grazie ai bassi costi e alta qualità proposti.
Date entre 1922 et 1924
date QS:P571,+1922-00-00T00:00:00Z/8,P1319,+1922-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1924-00-00T00:00:00Z/9
Technique / matériaux vetro
Dimensions diamètre : 8 cm
dimensions QS:P2386,8U174728
Poids : 210 g
institution QS:P195,Q947082
Numéro d’inventaire
9514
Historique de conservation Carrera, Graziella
Références
  • Schneider & Co (1952) Gli obiettivi Schneider, Kreuznach
  • Kingslake, R. (1989) A History of photographic Lens, San Diego, California, U.S.A., p. 96
Source / photographe Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
Autorisation
(Réutilisation de ce fichier)
w:fr:Creative Commons
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actuel21 mai 2016 à 09:21Vignette pour la version du 21 mai 2016 à 09:211 280 × 853 (339 kio)Federico Leva (WMIT){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, manifattura, artigianato | AUT1R = costruttore | BIB2G = A History of photographic Lens | AUT1N = Schneider | CMPD = 20...

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